Significato verso libero, allitterazione, assonanze qui!!!!!!!!!

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. charly
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Assonanza


    L'assonanza (da assonare, nel senso di «avere suono simile») è una figura retorica che consiste nella parziale identità di suoni di due o più versi.

    Si distinguono una assonanza semplice, che è l'uguale terminazione delle sole vocali dei versi (diffidi = audivi; rasone = colore), una assonanza della sola tonica (pietat = demandava) ed una assonanza atona (limo = toro).

    Si chiama inoltre consonanza tonica (ma anche assonanza consonantica) l'identità delle consonanti (partire = splendore; colle = elle).

    Considerata generalmente un arcaismo, l'assonanza è praticata soprattutto nei testi popolari e nei proverbi (Aprile, dolce dormire), ma anche nelle opere più antiche della poesia romanza.
    Le strofe di cui è costituita la Chanson de Roland dette lasse erano spesso assonanzate; Possiamo trovare le assonanze in alcune composizioni dei trovatori e nei più antichi testi spagnoli.

    Allitterazione


    L'allitterazione è una figura retorica e consiste nella ripetizione di una lettera o sillaba in parole successive. Ad esempio:

    * in "La madre or sol, suo dì tardo traendo," (Ugo Foscolo, In morte del fratello Giovanni) vi è allitterazione con le lettere "s", "t" e "do"
    * in "O tite tute Tati, tibi tanta tyranne tulisti" (Quinto Ennio, negli Annales) fa allitterazione della lettera "t"















    Taci. Su le soglie
    del bosco non odo
    parole che dici
    umane; ma odo
    parole più nuove
    che parlano gocciole e foglie
    lontane.
    Ascolta. Piove
    dalle nuvole sparse.
    Piove su le tamerici
    salmastre ed arse,
    piove sui pini
    scagliosi ed irti,
    piove su i mirti
    divini,
    su le ginestre fulgenti
    di fiori accolti,
    su i ginepri folti
    di coccole aulenti,
    piove su i nostri volti
    silvani,
    piove su le nostre mani
    ignude,
    su i nostri vestimenti
    leggeri,
    su i freschi pensieri
    che l'anima schiude
    novella,
    su la favola bella
    che ieri
    t'illuse, che oggi m'illude,
    o Ermione.

    Odi? La pioggia cade
    su la solitaria
    verdura
    con un crepitio che dura
    e varia nell'aria secondo le fronde
    più rade, men rade.
    Ascolta. Risponde
    al pianto il canto
    delle cicale
    che il pianto australe
    non impaura,
    né il ciel cinerino.
    E il pino
    ha un suono, e il mirto
    altro suono, e il ginepro
    altro ancora, stromenti
    diversi
    sotto innumerevoli dita.
    E immensi
    noi siam nello spirito
    silvestre,
    d'arborea vita viventi;
    e il tuo volto ebro
    è molle di pioggia
    come una foglia,
    e le tue chiome
    auliscono come
    le chiare ginestre,
    o creatura terrestre
    che hai nome
    Ermione.

    Ascolta, Ascolta. L'accordo
    delle aeree cicale
    a poco a poco
    più sordo
    si fa sotto il pianto
    che cresce;
    ma un canto vi si mesce
    più roco
    che di laggiù sale,
    dall'umida ombra remota.
    Più sordo e più fioco
    s'allenta, si spegne.
    Sola una nota
    ancor trema, si spegne,
    risorge, trema, si spegne.
    Non s'ode su tutta la fronda
    crosciare
    l'argentea pioggia
    che monda,
    il croscio che varia
    secondo la fronda
    più folta, men folta.
    Ascolta.
    La figlia dell'aria
    è muta: ma la figlia
    del limo lontana,
    la rana,
    canta nell'ombra più fonda,
    chi sa dove, chi sa dove!
    E piove su le tue ciglia,
    Ermione.

    Piove su le tue ciglia nere
    sì che par tu pianga
    ma di piacere; non bianca
    ma quasi fatta virente,
    par da scorza tu esca.
    E tutta la vita è in noi fresca
    aulente,
    il cuor nel petto è come pesca
    intatta,
    tra le palpebre gli occhi
    son come polle tra l'erbe,
    i denti negli alveoli
    son come mandorle acerbe.
    E andiam di fratta in fratta,
    or congiunti or disciolti
    ( e il verde vigor rude
    ci allaccia i melleoli
    c'intrica i ginocchi)
    chi sa dove, chi sa dove!
    E piove su i nostri volti
    silvani,
    piove su le nostre mani

    ignude,
    su i nostri vestimenti
    leggeri,
    su i freschi pensieri
    che l'anima schiude
    novella,
    su la favola bella
    che ieri
    m'illuse, che oggi t'illude,
    o Ermione.
     
    Top
    .
0 replies since 8/4/2010, 09:34   713 views
  Share  
.